Florence
Florence, l’infermiera del Ruaraka Uhai Neema Hospital, ci racconta come la sua vita sia cambiata con l’arrivo del COVID-19 in Kenya. Le sue giornate vengono scandite da ritmi di lavoro faticosi e una preoccupazione per il futuro. Già abituata a indossare la mascherina in sala operatoria, ora si ritrova a portarla sempre.
– Com’è cambiata la tua vita di tutti i giorni? Come passi la giornata e quali sono i problemi che affronti quotidianamente?
– Ormai indosso la mascherina tutti i giorni, a prescindere dal fatto se mi trovo nel mezzo di un’operazione o meno. Essendo un’operatrice sanitaria passo gran parte del mio tempo a lavoro e ho ridotto il minimo i miei spostamenti al di fuori dell’ospedale. Questa è la mia nuova normalità.
– Quando hai sentito parlare per la prima volta di questo nuovo virus? Che azioni di prevenzione hai adottato nella vita quotidiana?
– Verso la fine del 2019 il problema è uscito allo scoperto, ma ho iniziato a farci realmente caso nel corso di quest’anno. Utilizzo la mascherina, mi lavo frequentemente le mani e le disinfetto. Per quanto possibili cerco di mantenere le distanze di sicurezza.
– Come vedi il futuro prossimo in convivenza con il virus e quali sono i sentimenti/emozioni che provi per questa pandemia?
– Provo molta ansia, ma allo stesso tempo fiducia e speranza per una rapida risoluzione di questa crisi.
– Come influisce l’isolamento sulla scuola e l’istruzione per i tuoi figli? Come sono diventate le lezioni, i rapporti tra i ragazzi e con gli insegnanti?
– La situazione attuale ha portato ad una chiusura totale, riuscendo a paralizzare quasi completamente il sistema scolastico.
– Come ha impattato il virus sul tuo lavoro?
– Insieme al resto del personale medico lavoriamo in condizioni stressanti. Siamo estremamente cauti, molto più di prima.
– È cambiata la tua idea di diritto alla salute?
– Decisamente. Gran parte delle persone oggi evitano di frequentare gli ospedali, in quanto indicati come zone rosse per la diffusione del virus.
– Hai informazioni su come comportarsi? Sono utili? Hai o cerchi informazioni sull’epidemia rispettivamente al Nord o Sud del mondo?
– Sì e decisamente utili. Ottengo informazioni dai social media, ma anche dalle parole di amici all’estero, come negli Stati Uniti o in Italia.
– Pensi che questa pandemia colpisca tutti allo stesso modo o che vi siano differenze tra Paesi, tra persone con reddito diverso, tra generazioni, tra uomini e donne? Quali?
– In linea di massima credo che il pericolo si estenda a tutti. Sia i più forti che i più vulnerabili corrono rischi.
– Gli uomini hanno le stesse esigenze? Come si comportano? Usano le stesse precauzioni o sono diverse?
– Devo dire che usiamo tutti le stesse precauzioni. Questo virus non fa distinzioni di genere.
– Come è sapere che questo virus colpisce un poco di più e più gravemente i maschi? E che colpisce in modo più grave gli anziani rispetto ai bambini e ai ragazzi?
– Il vero problema è che questo virus può portare a gravi instabilità economiche per le famiglie. Gran parte degli uomini sono la fonte di sostegno principale per le famiglie. Ne risente anche l’economia nazionale a causa della riduzione della forza lavoro.
– Se possibile e se vuoi, condividi con noi una storia relativa al COVID-19 che ha coinvolto qualcuno che conosci o che ti è vicino.
– In Kenya alcuni giovani si trovavano in quarantena obbligatoria. Sono riusciti a scappare dalle aree di isolamento scavalcando le recinzioni. Si sono spostati in luoghi diversi e questo rischia solo di aumentare il contagio.